"Non avevo intenzione di venire qui quest'anno. Il mio paese è in guerra, sta lottando per sopravvivere. Ma dopo aver sentito le bugie e le calunnie rivolte al mio paese da molte persone su questo podio, ho deciso di venire qui e di mettere le cose a posto". Il premier israeliano Benjamin Netanyahu comincia così il suo intervento all'Assemblea generale dell'Onu, dove ha ribadito che lo stato ebraico non si fermerà fino a quando non avrà raggiunto una "vittoria totale". Alcune delegazioni hanno deciso di lasciare la plenaria durante il suo discorso. Al centro dell'intervento, l'Iran e la minaccia che rappresenta, non solo per Israele ma per tutto il mondo civilizzato. A Teheran Netanyahu ha rivolto un avvertimento: "Se ci colpite, vi colpiremo. Non c'è un posto in Iran che non possiamo raggiungere. E questo vale per l'intero medio oriente". Il primo ministro israeliano ha mostrato due mappe della regione, quella della "benedizione" e quella della "maledizione", che comprende Hamas ed Hezbollah, "assassini selvaggi" dai quali Israele si deve difendere. "Per troppo tempo il mondo ha chiuso gli occhi sull'Iran. Questo 'appeasement' deve finire e deve finire ora", ha affermato Netanyahu, esortando "il mondo a unirsi a Israele per fermare il programma nucleare" di Teheran. Ha poi ricordato il massacro del 7 ottobre, le atrocità di Hamas e le oltre 250 persone rapite e trascinate a Gaza. Nel futuro della Striscia "non c'è posto per Hamas: non vogliamo rioccupare Gaza ma vogliamo una Gaza demilitarizzata e deradicalizzata". "La guerra può finire oggi", ha continuato il premier, ma a una condizione: "Hamas deve arrendersi, abbassare le armi e lasciare andare gli ostaggi. Se non lo farà continueremo fino alla vittoria totale. Non ci fermeremo finché gli ostaggi rimasti non saranno riportati a casa", ha aggiunto, presentando alcuni dei loro familiari presenti nell'aula. Intanto, proseguono i bombardamenti israeliani sul Libano così come il lancio di razzi di Hezbollah sul nord dello Stato ebraico. Dopo essere stato informato di un massiccio attacco a Beirut, Netanyahu ha abbandonato il briefing con i giornalisti a New York.
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