Oggi le pagine online della tv pubblica russa Vgtrk sono state colpite da un “attacco cibernetico senza precedenti”, ha fatto sapere la stessa holding, e per molte ore provare ad accedere ai servizi in streaming, per esempio, era impossibile. Poche ore dopo, una fonte anonima del governo ucraino ha fatto sapere all’agenzia Reuters che “gli hacker ucraini si sono voluti ‘congratulare’ con Putin per il suo compleanno con un enorme attacco alla compagnia di radio e tv pubblica russa”. Per il momento, nessuna indagine indipendente ha potuto verificare la credibilità della rivendicazione ucraina, ma il sospetto secondo diverse fonti anche del Foglio è che Kyiv stia intensificando parte della sua controffensiva cibernetica. Non è facile – prima dell’invasione su larga scala dell’Ucraina da parte della Russia Kyiv non aveva programmi delle Forze armate dedicati esclusivamente alla guerra cibernetica – ma l’attacco a Vgtrk potrebbe essere il segnale che qualcosa sta cambiando. Dal punto di vista tecnico, non è un’offensiva particolarmente insidiosa per la Russia: nel giro di poche ore i siti internet sono stati ripristinati, ma ha certamente un significato all’interno della più ampia controffensiva cognitiva ucraina, e un messaggio diretto alla popolazione russa di permeabilità della rete di propaganda del Cremlino. Quello della cyberwar è un terreno rischioso, su cui la Russia ha di sicuro più strumenti dell’Ucraina. Solo tre giorni fa l’America ha annunciato il sequestro di 41 siti internet perché, secondo le indagini, sarebbero legati al cosiddetto “Gruppo Callisto”, l’unità operativa del Center 18 dei servizi segreti interni russi. Attraverso quei siti gli agenti dell’intelligence russa cercavano di accedere a computer e account di posta elettronica di dipendenti del Pentagono, del dipartimento di stato e di altre agenzie governative per rubare informazioni sensibili. Sin dal febbraio del 2022, tutte le agenzie di intelligence russe hanno raddoppiato i loro sforzi anche nella guerra cibernetica, attraverso l’uso della disinformazione e del furto di informazioni sensibili. L’attacco ucraino alla tv pubblica russa è un primo messaggio: possiamo farlo anche noi.
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