Il sito d’inchiesta israeliano Shomrim è riuscito a ottenere alcuni documenti interni di una società con sede a Mosca chiamata Social design agency (Sda), una delle aziende più importanti che operano per conto del governo russo per manipolare l’opinione pubblica e influenzare gli equilibri politici in vari paesi del mondo, e ha ricostruito un’enorme campagna di disinformazione del Cremlino contro Israele. Secondo i documenti trapelati, “i russi non si sono limitati a diffondere notizie false incendiarie; hanno anche pianificato di aprire un ufficio in Israele, influenzare i funzionari eletti e usarli per promuovere politiche sull’immigrazione ebraica e la guerra in Ucraina”, scrivono i giornalisti investigativi Uri Blau e Milan Czerny, con l’obiettivo di “esacerbare le fratture interne in Israele, ampliare le tensioni e polarizzare i campi opposti, oltre a minare le relazioni di Israele con altri paesi e, cosa prevedibile, erodere il sostegno israeliano all’Ucraina”. Secondo i documenti, la campagna di disinformazione russa “includeva il rafforzamento della posizione del primo ministro Benjamin Netanyahu, in parte a causa della sua posizione sulla guerra in Ucraina; la creazione di un nuovo partito politico che prende di mira la comunità israelo-russa, che avrebbe vinto ‘tre o quattro seggi alla Knesset’; la collaborazione con politici di lingua russa; la distribuzione di volantini anti ucraini nelle sinagoghe; e la comparsa di graffiti provocatori nelle aree a prevalenza araba in Israele. All’estero, i russi erano impegnati a diffondere e promuovere contenuti antisemiti e anti israeliani, nel tentativo di minare le relazioni di Israele con i paesi chiave”. L’agenzia di disinformazione La Social design agency impiega oltre cento persone, molti traduttori ed è stata fondata nel 2017 da Ilya Gambashidze, molto introdotto in politica e, secondo il dipartimento di stato americano, diretto sottoposto dell’ex primo ministro russo Sergei Kiriyenko, che ora ricopre una posizione di alto livello al Cremlino. Un rapporto dell’Fbi che si è basato sugli stessi documenti arrivati a Shomrim accosta Gambashidze al presidente russo Vladimir Putin: un documento dimostra come le operazioni arrivassero direttamente al capo del Cremlino e che i dipendenti della Sda fossero in contatto con altri funzionari dello stato russo. La società avrebbe gestito oltre 60 falsi siti web che diffondevano propaganda filorussa e disinformazione sull’Ucraina, e monitorato l’attività online di oltre 2.800 persone “influenti” provenienti da 81 paesi diversi, come giornalisti, accademici, politici e blogger. L’erosione del sostegno di Israele all’Ucraina “Israele svolge un ruolo centrale nella campagna russa, sia come obiettivo in sé, sia come paese che è parte integrante delle campagne condotte contro altri paesi”, scrivono nel rapporto Blau e Czerny: lo ha dichiarato la stessa agenzia, che in un documento interno del 2023, durante le manifestazioni contro la riforma di Netanyahu del sistema giudiziario, scriveva: “La situazione in Israele oggi è perfetta per noi per lanciare una campagna per influenzare l’opinione pubblica”. “Secondo i documenti, i decisori di Sda hanno monitorato i media israeliani e i leader di opinione in Israele nel tentativo di analizzare le narrazioni più importanti nell’opinione pubblica. Hanno quindi utilizzato queste informazioni per progettare il contenuto appropriato per promuovere gli obiettivi russi. I documenti mostrano che Sda ha prodotto 50 vignette incentrate su Israele al mese, le ha condivise poi sulle piattaforme social, ha diffuso circa 20 articoli falsi su siti web che si spacciavano per autentici e innumerevoli commenti sui social media. Tra i contenuti che l’azienda ha prodotto e condiviso tramite inserzioni Facebook a pagamento c’erano vignette in cui il presidente ucraino Volodymyr Zelensky bruciava la bandiera israeliana e un’altra in cui gli israeliani di sinistra venivano accusati di sostenere Hamas”. La guerra a Gaza come opportunità di disinformazione Uno dei punti chiave del report è che l’agenzia di disinformazione ha preso di mira soprattutto la popolazione araba per dividere la società e incendiare il dibattito interno, ad esempio alcuni articoli in arabo sostenevano che Israele non avesse abbastanza munizioni di precisione dopo averne fornite all’Ucraina e ciò avrebbe portato a fallimenti sul campo di battaglia: “La buona notizia deve essere ascoltata da tutti i credenti che vivono sotto occupazione. Le politiche del governo di occupazione lo vedranno presto sconfitto. Aspetteremo la scintilla che accenderà la nostra guerra di liberazione, una guerra che l’intero mondo musulmano sosterrà”, affermava l’articolo. Il Cremlino ha così visto nella guerra a Gaza un’opportunità unica per la sua campagna: “Ora, un elemento chiave del progetto può essere quello di fornire una valutazione positiva della saggezza e della lungimiranza del primo ministro israeliano”, si legge in uno dei documenti di Sda. La narrazione che i russi hanno cercato di promuovere è che se Netanyahu avesse approvato la vendita del sistema di difesa missilistica Iron Dome all’Ucraina, il fronte interno israeliano sarebbe stato lasciato vulnerabile agli attacchi. In un altro documento l’agenzia suggerisce di tentare di erodere la coesione sociale in Israele dipingendo graffiti provocatori nei quartieri arabi, con l’obiettivo di aumentare le tensioni interne, mentre un altro piano consisteva nel distribuire volantini nelle sinagoghe. Mosca con le sue campagne di disinformazione si è infilata nelle crepe già esistenti, per renderle ancora più profonde, soprattutto nei paesi già in contrasto con Israele, come la Turchia: “Israele è il nemico di tutti i musulmani, compresi i musulmani turchi (...) La Turchia non può permettersi di essere un membro dello stesso fronte di coloro che stanno commettendo un genocidio a Gaza”, si legge in un documento di Sda. Le operazioni sul campo L’agenzia in un documento loda i propri successi, “la nostra narrazione è entrata nel dibattito pubblico (...) e viene amplificata da opinioni leader e media”, dice, poi però riconosce i limiti di una campagna condotta esclusivamente online e pianifica di svolgere operazioni sul campo – sono descritte in dettaglio nei documenti esclusivi. “Ad esempio, l’azienda ha pianificato di aprire un ufficio in Israele, con un budget annuale di 1,2 milioni di dollari, per coordinare le sue operazioni nel paese ed eseguire alcuni dei suoi piani di più vasta portata. (…) I russi avevano pianificato di usare i loro rappresentanti per influenzare le politiche della Knesset attraverso politici immigrati in Israele da ex stati sovietici. (…) Un’altra proposta nei documenti è la creazione di un nuovo partito politico per i russofoni, che Sda ritiene possa vincere tre o quattro seggi alle elezioni della Knesset”. Il Cremlino contro gli immigrati russi Un altro obiettivo chiave delle campagne di influenza russe erano gli ebrei che migravano dalla Russia verso Israele e gli Stati Uniti. Secondo Shomrim, anche in questo contesto, i russi hanno giocato un gioco ambiguo: “Da un lato volevano influenzare i russofoni nei paesi in cui erano migrati e, allo stesso tempo, promuovere narrazioni che avrebbero limitato la capacità degli ebrei russi di lasciare il paese”. Dopo l’invasione russa dell’Ucraina, circa un milione di persone, la maggior parte di status socio-economico alto, sono arrivate in Israele: anche in questo la disinformazia russa ha visto un’opportunità, tentando di incitare contro gli immigrati russi in diversi paesi europei. A causa della delicatezza del piano e del fatto che la Russia stesse prendendo di mira i propri stessi cittadini, si legge nei documenti: “Il progetto non deve essere in alcun modo riconducibile al Cremlino”.
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