“Il nostro sostegno all'Ucraina continuerà, stiamo con l'Ucraina e continueremo a sostenerla nel suo irreversibile percorso verso la partecipazione alla Nato”. Lo ha detto il segretario generale della Nato Mark Rutte, nella conferenza stampa al termine del vertice. Ciononostante, nella dichiarazione finale del vertice Nato dei 32 leader dei paesi aderenti all'Alleanza non c'è alcuna parola sulla futura adesione dell'Ucraina alla Nato. Su Kiev viene indicato soltanto che “gli alleati riaffermano i loro impegni sovrani duraturi a fornire supporto all'Ucraina, la cui sicurezza contribuisce alla nostra, e, a tal fine, includeranno contributi diretti alla difesa dell'Ucraina e alla sua industria della difesa nel calcolo della spesa per la difesa degli alleati”. Eppure, al vertice dell'anno scorso a Washington, i capi di stato e di governo avevano indicato di sostenere “pienamente il diritto dell'Ucraina a scegliere autonomamente i propri accordi di sicurezza e a decidere del proprio futuro, senza interferenze esterne. Il futuro dell'Ucraina è nella Nato”. Lo stesso Rutte, alla vigilia del vertice in terra d'Olanda, aveva giudicato come “irreversibile” il percorso di Kiev verso la Nato. Il testo in questione, ha spiegato, "non è il comunicato tradizionale di sessanta pagine, con 90 paragrafi, che parla del mondo dalla nascita di Gesù fino ad oggi, con tutto quello che è successo nel frattempo. Quello che vogliamo fare non è ripetere tutte le cose già dette, come il percorso irreversibile dell'Ucraina per entrare nella Nato: tutto quello c'è ancora, ma ci siamo focalizzati su 4 paragrafi, più uno sul prossimo incontro", che sarà in Turchia, preceduto da un altro in Albania, per una dichiarazione più concisa ed efficace del solito. Riguardo al tema degli armamenti, Rutte ha evidenziato poi che con il nuovo piano proposto dalla Nato “aggiungeremo migliaia di miliardi" alle spese per la difesa “ma ovviamente i paesi devono trovare i fondi. Non è facile, sono decisioni politiche. Lo riconosco pienamente". Allo stesso tempo, ha proseguito, “i miei colleghi al tavolo sono fermamente convinti che, data la minaccia russa e la situazione della sicurezza internazionale, non ci sia alternativa". Rutte ha poi parlato di nuovo di “salto quantico" nella spesa militare dei paesi Nato per “riequilibrare” il contributo di molti alleati rispetto a quello americano. Lungo la prima parte della conferenza stampa, con il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, Rutte si è congratulato con lui per “la sua azione decisiva sull'Iran. Lei è stato un uomo di forza, ma anche un uomo di pace". Questi elogi arrivano a poche ore di distanza dalla pubblicazione di un messaggio da parte dello stesso tycoon, in cui il segretario della Nato aveva definito “davvero straordinario” l’attacco americano ai siti nucleari iraniani, per poi esprimersi anche sul tema dell'aumento delle spese militari: “L’Europa pagherà un sacco di soldi, come è giusto che sia, e sarà una tua vittoria". L'aver postato il messaggio di Rutte ha lasciato interdetti in parecchi, fanno sapere fonti europee alla stampa, e ha attirato diverse critiche perché giudicato eccessivamente adulatorio. Che il tono di un messaggio piaccia o meno, ha spiegato Rutte, “è una questione di gusti”, ma, ha ribadito, se non ci fosse stato Trump, l'impegno ad arrivare a spendere il 5 per cento del pil entro il 2035 non sarebbe mai stato concordato dagli alleati, quindi “credo che si meriti tutte le lodi” che ha ricevuto. Il segretario della Nato ha assicurato che “oggi decideremo all'unanimità” di portare l'obiettivo di spesa nella difesa per gli alleati a quella percentuale. “Abbiamo un grande rapporto fin dall'inizio - ha aggiunto Trump, rivolgendosi a Rutte - abbiamo lavorato molto su questo”. “Gli alleati insieme hanno posto le fondamenta per una Nato più forte, più equa e più letale. La Nato ha concordato il piano di investimenti, che sosterrà un salto quantico nella nostra difesa collettiva", ha proseguito Rutte, sottolineando che i paesi alleati "hanno concordato di spingere la nostra industria della difesa, cosa che non solo aumenterà la nostra sicurezza collettiva, ma creerà anche posti di lavoro. E abbiamo ribadito il nostro sostegno incrollabile per l'Ucraina”. Tutto ciò significa quindi che “quali che siano le sfide che abbiamo davanti, che arrivino dalla Russia, dal terrorismo, dai cyberattacchi, dal sabotaggio o dalla concorrenza strategica, questa alleanza è e resterà in grado di difendere ogni centimetro quadrato di territorio alleato e di assicurare che un miliardo di persone vivano nella sicurezza e nella libertà”.
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