[Articolo aggiornato 22 agosto ore 9.30] Un arresto avvenuto nella Riviera romagnola potrebbe segnare una svolta nelle indagini su uno degli episodi più enigmatici della guerra energetica scatenata dall’invasione russa dell’Ucraina. La procura federale tedesca ha annunciato che un cittadino ucraino, identificato come Serhii Kuznietsov, è stato fermato nella notte del 21 agosto a Misano Adriatico, in provincia di Rimini, dai Carabinieri in collaborazione con il Servizio per la cooperazione internazionale di polizia. L’uomo è sospettato di aver partecipato al sabotaggio dei gasdotti Nord Stream 1 e 2, colpiti da esplosioni sottomarine nel settembre 2022 al largo dell’isola danese di Bornholm. Per gli inquirenti tedeschi si tratta del “caso giudiziario più importante dalla fine della Seconda guerra mondiale”. Il 20 agosto 2024, alle 23:50, i carabinieri hanno arrestato Kuznietsov in un bungalow del villaggio vacanze “La Pescaccia” di Sant’Andrea in Casale, dove si trovava dal giorno precedente insieme alla moglie e ai due figli e dal quale sarebbe dovuto ripartire oggi. Il fermo è avvenuto sulla base di un mandato di arresto europeo emesso il 18 agosto dalla Corte federale di giustizia tedesca. Furono i tedeschi a scoprire tracce di esplosivo sull’Andromeda e a ricostruire uno per uno i membri del commando. Secondo la ricostruzione della procura, Kuznietsov non sarebbe stato una semplice pedina, ma uno dei coordinatori dell’operazione dal nome in codice "Operazione Diameter". Kuznietsov - scrive la Bild - ha 49 anni e sarebbe un ex capitano ucraino con un passato nei servizi segreti Sbu, ma sul punto non ci sono conferme ufficiali. Insieme a lui altre sei persone: due commilitoni e quattro sommozzatori civili. Insieme a loro avrebbe raggiunto la zona del Baltico a bordo dello yacht a vela "Andromeda" noleggiato da una società tedesca, presentando documenti falsi e intermediari di comodo per coprire i reali responsabili. Il sabotaggio del 2022 La ricostruzione coincide con quanto emerso finora da diverse inchieste giornalistiche, che già nei mesi scorsi avevano individuato la pista dell'Andromeda, lo yacht affittato tramite un’agenzia polacca di proprietà di una cittadina ucraina. Secondo le accuse, il gruppo di uomini avrebbe collocato gli esplosivi che hanno squarciato i due gasdotti costruiti per trasportare il gas russo direttamente in Germania, bypassando Ucraina e Polonia (in totale, i due progetti potevano trasportare fino a 110 miliardi di metri cubi di gas l’anno, rendendo la Germania il principale hub europeo per il gas russo). Secondo le ricostruzioni della magistratura tedesca, l’8 settembre 2022 la squadra di sabotatori è salita a bordo dello yacht nel porto di Wiek, sull’isola di Rügen, e si è diretta verso Bornholm, l’isola danese che domina il tratto di mare dove corrono i gasdotti. Durante le immersioni notturne, i sub hanno piazzato almeno quattro ordigni esplosivi, tra i 14 e i 27 chilogrammi, composti da esogeno e ottogene con micce a tempo. Le deflagrazioni, avvenute il 26 settembre 2022, causarono gravi danni a entrambe le infrastrutture, interrotte in maniera pressoché definitiva. Il Nord Stream 1 infatti non ha più ripreso le operazioni dopo il sabotaggio, mentre il secondo gasdotto, appena costruito, non era ancora entrato in funzione. Quel giorno, i sensori sismici registrarono quattro esplosioni distinte nelle acque tra la Svezia e la Danimarca: le immagini satellitari mostrarono immense bolle di gas risalire in superficie dal Mar Baltico. Si trattava di uno degli attacchi più significativi mai compiuti contro un’infrastruttura energetica europea. Nessuna organizzazione e nessuno stato ha mai rivendicato l’operazione, che da allora è rimasta avvolta nel mistero e nel sospetto incrociato: Mosca ha accusato l’Occidente di sabotaggio, mentre diversi analisti occidentali hanno ritenuto verosimile una regia russa. L’arresto di un cittadino ucraino, peraltro durante le vacanze in Italia con la famiglia, aggiunge un elemento di complessità e di potenziale imbarazzo politico. Scrive lo Spiegel che l'operazione avrebbe avuto luce verde dalle forze armate ucraine. Secondo le ricostruzioni dei media tedeschi l'operazione sarebbe stata approvata dal generale Valerij Zalunyj, allora comandante delle Forze armate dell'Ucraina. Per la Bild, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky venne a conoscenza del piano solo in un secondo momento e, sotto la pressione di Washington, ne ordinò l'annullamento, senza tuttavia riuscire a fermarlo. Ma finora non c’è mai stata conferma che Kuznietsov abbia agito su mandato diretto o per iniziativa di una catena di comando né ufficiale né parallela. Già a fine di maggio 2024, la Germania aveva emesso un mandato di cattura nei confronti di Volodymyr S., presunto complice di Kuznietsov avvistato nella zona ovest di Berlino: tornato vicino a Varsavia, dove abitava, riuscì a sfuggire alla polizia polacca erientrò in Ucraina, creando un incidente diplomatico tra Germania e Polonia. Intanto la Procura di Genova ha chiesto alla Digos di acquisire gli atti per verificare possibili collegamenti con l’attentato di febbraio a Savona, dove la petroliera “Seajewel”, battente bandiera maltese e sospettata di essere parte della “flotta fantasma” della Russia, venne danneggiata da due ordigni. La guerra energetica Per la Germania, che da mesi indaga con discrezione, l’inchiesta è cruciale. Non soltanto perché si tratta di un atto di terrorismo internazionale che ha colpito un’infrastruttura strategica europea, ma anche perché l’attacco ha segnato un punto di non ritorno nella rottura energetica tra Berlino e Mosca, ha contribuito ad aggravare la crisi dei prezzi del gas nell’autunno 2022 e ha accelerato la corsa europea a nuove forniture. Il caso Nord Stream non riguarda soltanto un atto di sabotaggio. È l’epicentro di una battaglia geopolitica sul gas che ha ridefinito le priorità strategiche dell’Europa. Prima della guerra, oltre il 40 per cento del fabbisogno energetico dell’Ue era coperto da forniture russe. I gasdotti Nord Stream rappresentavano il canale privilegiato di questo legame: sicuri, diretti, difficili da sostituire. La loro distruzione ha costretto Berlino a voltare pagina in fretta, accelerando la diversificazione delle fonti, dal Gnl americano ai rigassificatori, fino alle forniture dal Mediterraneo e dal Medio Oriente. In questo senso, l’attacco del 2022 non è stato soltanto un atto militare, ma un evento che ha inciso in profondità sull’architettura energetica e politica europea. Ora la giustizia tedesca chiederà l’estradizione di Serhii Kuznietsov, che sarà condotto davanti a un giudice istruttore federale. Le accuse parlano di reati gravi, che potrebbero portare a pene pesanti, fino a 15 anni. L’Italia, che ha eseguito il mandato, si trova così al centro di un caso internazionale destinato a far discutere. Al di là del percorso giudiziario, l’arresto rilancia una domanda che aleggia da quasi due anni: chi ha davvero voluto colpire il Nord Stream? Se fosse confermato il coinvolgimento diretto di cittadini ucraini, sarebbe difficile separare le responsabilità individuali da una possibile strategia più ampia di Kyiv. Ma ogni conclusione definitiva appare, ancora una volta, prematura.
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