La Corte Penale Internazionale dell’Aia ha emesso mandati d’arresto a carico di Benjamin Netanyahu, primo ministro israeliano, e Yoav Gallant, ministro della difesa. Accomunare i leader israeliani democraticamente eletti agli autori del peggiore attacco contro gli ebrei dalla Seconda guerra mondiale aveva già mostrato quanto la Corte fosse una farsa pericolosa. Poi Israele ha eliminato tutti i leader di Hamas inseriti dal procuratore dell’Aia, Karim Khan, togliendo ai soloni della Corte anche la foglia di fico dell’equivalenza fra Hamas e Israele. Così sono rimasti Netanyahu e Gallant. L’espediente dell’Aia consiste nel dichiarare che sta perseguendo questi mandati per conto dello “stato di Palestina”. Ma chi governa quello stato? A Gaza è Hamas dal 2007, due anni dopo che gli israeliani hanno ritirato tutti gli ebrei, civili e militari, e persino le tombe ebraiche. La Corte dell’Aia sta dunque aiutando una delle organizzazioni terroristiche più odiose del mondo a mantenere il proprio potere e persistere nelle sue politiche, queste sì, genocide. È un po’ come se un tribunale internazionale avesse emesso un mandato d’arresto contro Winston Churchill per i bombardamenti su Dresda e Amburgo. Contro l’Aia c’è bisogno di una mobilitazione internazionale, sia degli ebrei che dei non ebrei, perché dare la caccia a colui che si difende intimidito da mandati d’arresto non è una minaccia solo per Israele, ma per tutto il mondo libero che non vuole finire nella morsa del terrorismo e del sopruso. Ora c’è da capire come potrà Israele evitare di essere trasformato in uno stato paria. La Corte ha giurisdizione solo nei paesi che hanno firmato un trattato del 1998 noto come Statuto di Roma. Israele non l’ha firmato. E nemmeno gli Stati Uniti. Ma l’Europa l’ha firmato e, se domani Netanyahu e Gallant mettessero piede in un paese europeo, questo sarebbe legalmente tenuto ad arrestarli. I leader israeliani sono di fatti banditi da 120 paesi firmatari dello Statuto. L’Aia sorge non lontano da Amsterdam, dove due settimane fa è andata in scena la caccia all’ebreo. I giudici hanno appena dato il via alla caccia allo stato ebraico.
Continua a leggere su "Il Foglio"