Ieri il presidente russo Vladimir Putin ha ammesso per la prima volta di essere responsabile dell'abbattimento di un aereo di linea azero avvenuto il 25 dicembre 2024, in cui sono morte 38 persone. L’aereo dell’Azerbaijan Airlines era in rotta verso la città russa di Grozny, capitale della regione della Cecenia, e mentre era in arrivo a destinazione il velivolo è stato dirottato, e si è schiantato mentre cercava di atterrare a circa 400 chilometri a est del Mar Caspio, nell’aeroporto di Aktau, in Kazakistan: atterrando si è spezzato in due. A bordo c'erano 67 persone: 62 passeggeri e 5 membri dell'equipaggio. Già nei primi momenti alcune fonti governative azere avevano confermato di ritenere più probabile l’ipotesi che un missile terra-aria russo avesse causato l’incidente. C'erano fotografie pubbliche di alcuni fori su un lato del velivolo, e alcuni esperti di aviazione avevano fatto sapere che prima dell’incidente l’aereo era stato sottoposto a interferenze radar, tanto che per parte del viaggio non ha inviato le regolari informazioni. Questa è però la sua prima ammissione di responsabilità per l'incidente, nel tentativo di allentare le tensioni tra i due paesi. Secondo il media indipendente russo Meduza, le immagini del relitto mostravano tracce compatibili con quelle di un grande impatto da missile sulla sezione di coda. Alcuni sopravvissuti avevano inoltre raccontato di aver sentito un'esplosione mentre l'aereo era in volo. La controversia sull'incidente ha incrinato i rapporti precedentemente cordiali tra Mosca e Baku. I loro rapporti sono stati ulteriormente destabilizzati dalla morte di azeri arrestati dalla polizia in una città russa a giugno e da una serie di arresti di cittadini russi in Azerbaigian. Per ironia della sorte, i problemi sono sorti proprio nell’area dove il leader del Cremlino si è sempre considerato più forte: lo spazio post-sovietico. Parlando con il presidente dell'Azerbaigian Ilham Aliyev nella capitale del Tagikistan, Dushanbe, dove entrambi partecipavano a un vertice delle ex nazioni sovietiche, Putin ha affermato che le difese aeree russe che hanno preso di mira un drone ucraino hanno sparato contro l'aereo di linea azero a causa di un "malfunzionamento tecnico", aggiungendo che due missili sono esplosi a soli 10 metri (33 piedi) di distanza dall'aereo passeggeri. "La parte russa farà ovviamente tutto il possibile per fornire un risarcimento e valutare giuridicamente l'operato di tutti i funzionari responsabili", ha affermato. "Certamente, queste parole relative a questa tragedia, volte a sostenere – moralmente – le famiglie, non risolvono il problema principale: non possiamo riportare in vita coloro che sono morti a causa della tragedia", ha detto. "Spero che la nostra cooperazione non solo venga ripristinata, ma continui nello spirito delle nostre relazioni, nello spirito della nostra alleanza", ha affermato. I precedenti La prima lezione che l’occidente avrebbe dovuto imparare dalla guerra su larga scala della Russia contro l’Ucraina è che non esistono incidenti. Non esistono “tragiche fatalità”. Non è la prima volta nella storia recente che viene abbattuto un aereo passeggeri. La Russia e la sua antecedente Urss sono recidive. Già il 20 aprile 1978 la difesa aerea sovietica abbatté, vicino a Murmansk, il volo Korean Air Lines 902, un Boeing 707 in volo da Parigi a Seul con scalo ad Anchorage. Virando sopra l'Oceano Artico, l'aereo entrò per errore nello spazio aereo sovietico vicino alla penisola di Kola, venendo intercettato e colpito da un caccia sovietico. L'incidente uccise due dei 109 passeggeri e membri dell'equipaggio e costrinse l'aereo a effettuare un atterraggio di emergenza sul lago ghiacciato Korpijärvi, vicino al confine finlandese. Gli elicotteri sovietici salvarono i superstiti e li trasportarono nella città di Kem', in Carelia. Simile nella dinamica, ma più grave negli esiti, fu la vicenda del volo Korean Air Lines 007, abbattuto il 1º settembre 1983 nei pressi dell'isola Moneron, a ovest di Sachalin, nel mar del Giappone. Il disastro causò la morte di tutte le 269 persone a bordo. Un caso più recente riguarda il volo Malaysia Airlines 17, abbattuto il 17 luglio 2014. Come stabilito da un tribunale olandese il 17 novembre 2022, furono i secessionisti filorussi del Donbas, con il supporto russo, a lanciare il missile che distrusse l'aereo presso Hrabove, nell'oblast' di Donetsk. Il tribunale condannò in contumacia all'ergastolo due cittadini russi, Igor' Girkin e Sergej Dubinskij, e il cittadino ucraino filorusso Leonid Charčenko. I giudici stabilirono inoltre che la Russia aveva il controllo delle forze secessioniste all'epoca. Ciò non impedisce alla propaganda filorussa di includere i 298 passeggeri e membri dell'equipaggio tra le “14.000 vittime del genocidio ucraino nel Donbas”. Infine, i polacchi accusano Putin anche per il disastro di Smolensk del 10 aprile 2010, quando un Tupolev Tu-154 dell'aeronautica militare polacca si schiantò nei pressi della città russa, causando la morte di tutte le 96 persone a bordo, tra cui il presidente della Polonia Lech Kaczyński e altri alti funzionari. La delegazione stava partecipando alla commemorazione del 70esimo anniversario del massacro di Katyn.
Continua a leggere su "Il Foglio"