Per la seconda volta in appena tre mesi, i deputati europei saranno chiamati a discutere e votare una mozione di censura contro la Commissione di Ursula von der Leyen nella sessione plenaria che si apre oggi a Strasburgo. Anzi due. Le mozioni sono state presentate rispettivamente dal gruppo di estrema sinistra The Left e dal gruppo di estrema destra dei Patrioti per l’Europa e saranno messe in votazione giovedì 9 ottobre. Il dibattito è previsto per questo pomeriggio Entrambe le mozioni non hanno praticamente alcuna possibilità di essere approvate. I gruppi della maggioranza pro europea hanno già annunciato che voteranno contro la censura. Von der Leyen considera l’iniziativa come un’enorme distrazione che costringe la presidente della Commissione a spendere capitale politico e tempo. Agli occhi della Commissione, se i gruppi estremisti inizieranno a usare regolarmente le mozioni di sfiducia diventerà un problema. Questo è un estratto di Europa Ore 7 di lunedì 29 settembre, realizzato da David Carretta con Paola Peduzzi e Micol Flammini, grazie a una partnership con il Parlamento europeo. Per ricevere la newsletter completa, gratis nella tua mail, iscriviti qui Il prestito di riparazione per l'Ucraina all'Ecofin – I ministri delle Finanze dell'Unione europea venerdì saranno chiamati a trovare il filo per dipanare il “prestito di riparazione” da 140 miliardi di euro per l'Ucraina. La discussione tra i leader al vertice informale di Copenhagen non è stata concludente. Il Belgio, dove sono immobilizzati gran parte degli attivi sovrani russi che dovrebbero servire per il prestito, mantiene tutte le sue perplessità. La Commissione non è ancora riuscita a dare tutte le spiegazioni richieste dagli stati membri. Ursula von der Leyen , che aveva annunciato in pompa magna il suo “prestito di riparazione” nel discorso sullo Stato dell'Unione, sta scoprendo che non basta avere la Germania dalla sua parte per far approvare proposte controverse. Accordo in vista sul Programma per l'industria europea della difesa, ma senza soldi - I negoziatori del Consiglio e del Parlamento si incontreranno domani a Strasburgo per concludere un accordo sul regolamento Edip, il programma per l'industria europea della difesa, che dovrebbe permettere di accelerare il riarmo europeo. Tutti concordano che il tempo stringe. La proposta risale al marzo del 2024. Ma sulla questione del finanziamento emergono tensioni. Il Parlamento ha chiesto di aumentare gli stanziamenti con 20 miliardi di euro. Ma la Commissione si è presentata al Coreper di venerdì a mani vuote. Allo stato attuale, questa somma non può essere reperita né nel Quadro finanziario pluriennale esistente, né attraverso le attuali procedure di bilancio. La Commissione ha proposto che gli stati membri trasferiscano volontariamente a Edip fondi inutilizzati dai loro piani nazionali, come quelli del Dispositivo per la ripresa e la resilienza. Altra questione delicata: la clausola “Buy European”. Il Parlamento insiste per una quota del 70 per cento, i governi del 65 per cento. Generalmente sono i governi a prevalere in questo genere di negoziati.
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