"Siamo d'accordo con le proposte per un cessate il fuoco per porre fine alle azioni militari ma partiamo dal presupposto che un cessate il fuoco di questo genere debba essere tale da portare a una pace duratura e rimuovere le cause profonde della crisi", ha detto il presidente russo Vladimir Putin in conferenza stampa dopo un incontro con il presidente bielorusso Aljaksandr Lukashenka. Alcune questioni devono ancora essere affrontate per una tregua in Ucraina e Mosca ha ancora bisogno di "consultazioni con gli Stati Uniti", probabilmente con una telefonata con Donald Trump, che Putin ha poi ringraziato "per l'attenzione rivolta alla soluzione del problema in Ucraina". Confermato intanto l'incontro a porte chiuse questa sera a Mosca con l'inviato speciale di Trump, Steve Witkoff. Le pesanti condizioni di Putin Le “cause profonde” della guerra rischiano di far saltare qualsiasi accordo di pace, perché Mosca si oppone all’integrazione dell’Ucraina nella Nato e all’orientamento filo-occidentale di Kyiv. Quando ha lanciato l'invasione nel febbraio 2022, Putin voleva conquistare l'intero paese e rovesciarne la leadership, che accusava da tempo di essere "guidata dai nazisti". In conferenza stampa Putin è entrato nei dettagli: ha avvertito, per esempio, che il controllo di un eventuale cessate il fuoco è molto complesso. "Come saranno risolti i problemi lungo l'intera linea del fronte, che è lunga quasi duemila chilometri?", ha sottolineato. "Chi determinerà dove e chi ha violato il cessate il fuoco lungo quei duemila chilometri? Questi sono tutti i problemi che richiedono un attento esame da entrambe le parti". Insomma, la Russia prende tempo sulla proposta di una tregua di 30 giorni avanzata dagli Stati Uniti e già accettata da Kyiv. E intanto conquista posizioni sul terreno, riprendendosi Sudzha, la città più importante tra quelle occupate dagli ucraini nella regione di confine del Kursk. "La situazione nella regione di Kursk è completamente controllata dalle forze russe, le truppe ucraine sono completamente isolate ed hanno solo due opzioni: arrendersi o morire". Negozieremo, ha detto infatti il presidente russo, "sulla base della situazione sul campo" che, appunto, "sta rapidamente cambiando a favore della Federazione Russa". La risposta di trump Da Putin è arrivata "una dichiarazione molto promettente, ma non completa", ha commentato il presidente americano Donald Trump. "Spero che la Russia faccia la cosa giusta", ha detto dallo Studio Ovale insieme al segretario generale della Nato, Mark Rutte. e si è detto pronto a parlare con Putin per garantire il cessate il fuoco. Oggi Witkoff, l'inviato speciale di Trump, è arrivato a Mosca per discutere con i russi della proposta di tregua. Come raccontiamo nell'articolo qui sotto, Witkoff aveva iniziato il percorso come inviato speciale per il medio oriente e invece a febbraio è volato a Mosca per incontrare il presidente russo. Martedì scorso era in Arabia Saudita a condurre i colloqui con l’Ucraina, assieme al segretario di stato Marco Rubio e al consigliere per la sicurezza nazionale Michael Waltz. L’incontro di Gedda ha portato alla promessa della firma dell’accordo sui minerali, al ripristino della cooperazione di intelligence tra Washington e Kyiv e dell’invio di aiuti militari. Gli ucraini hanno anche accettato un cessate il fuoco di trenta giorni, se sarà rispettato dalla Russia. Per approfondire: Eppure il Cremlino non sembra interessato alla pace. Una breve tregua in Ucraina servirebbe a Kyiv per riprendere il fiato, mentre Mosca vuole una pace duratura, ha fatto sapere il consigliere per la politica estera Yuri Ushakov. Il cessate il fuoco proposto a Gedda "non è altro che una tregua temporanea per l'esercito ucraino" mentre la Russia vuole "un accordo di pace a lungo termine", ha affermato Ushakov. "Io ho semplicemente delineato il mio punto di vista su ciò che è stato firmato a Gedda. Il presidente probabilmente darà valutazioni più specifiche e significative". Il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov "Tutto dipende da quali domande gli faranno i giornalisti», ha precisato PeskovLa portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha detto che Mosca è "pronta a discutere le iniziative proposte a Gedda durante i nostri futuri contatti con la parte americana. Posso anche dire che tali contatti sono possibili già da oggi". Zakharova ha poi ribadito che il Cremlino ritiene "assolutamente inaccettabile" un eventuale dispiegamento di peacekeeper occidentali in Ucraina: significherebbe, per il governo russo, "il coinvolgimento di questi paesi in un conflitto fisico diretto" con la Russia. La tregua tra Mosca e Kyiv sarebbe ancora lontana anche secondo un piano redatto da un influente think tank con sede a Mosca vicino al Servizio di sicurezza federale russo (Fsb), prima dell'incontro di febbraio a Riad tra i negoziatori del Cremlino e quelli americani. Secondo quanto si legge nel documento, ottenuto da un servizio di intelligence europeo e poi analizzato dal Washington Post, Mosca intenderebbe rafforzare la sua posizione negoziale esacerbando le relazioni degli Stati Uniti con l'Unione europea e con la Cina, utilizzando tattiche differenti, come proporre a Washington l'accesso ai minerali nelle terre rare controllate dal Cremlino – incluse quelle del Donabss – per intaccare l'accordo americano con Kyiv. "Purtroppo il mondo deve ancora sentire una risposta significativa dalla Russia alle proposte avanzate" al vertice Usa-Ucraina a Gedda, scrive su X il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. "Ciò dimostra ancora una volta che la Russia cerca di prolungare la guerra e posticipare la pace il più a lungo possibile. Ci auguriamo che la pressione degli Stati Uniti sia sufficiente a costringere la Russia a porre fine alla guerra. Il nostro team è pronto a continuare a lavorare in modo costruttivo con tutti i partner in America, Europa e altre parti del mondo che sono impegnati ad avvicinare la pace". Mosca riprende la città di Sudzha nel Kursk Il ministero della Difesa di Mosca ha annunciato che le truppe russe hanno liberato Sudzha, il principale centro abitato della regione di Kursk, nella Russia occidentale, occupato dalle truppe di Kyiv dall'agosto scorso. L’Ucraina non ha ancora confermato di aver perso il controllo della città, ma nei giorni scorsi i russi erano riusciti a tagliare gran parte dei collegamenti tra le truppe avanzate ucraine in Russia e le retrovie, nel tentativo (ormai quasi riuscito) di accerchiare migliaia di soldati ucraini nella regione. Perdere il controllo del Kursk indebolirebbe la posizione di Kyiv nei negoziati di pace. Ruslan Leviev, fondatore del gruppo investigativo indipendente Conflict Intelligence Team, ha dichiarato che "è sicuro dire che l'intera città di Sudzha è ora sotto il controllo russo". Ieri mattina, i canali Telegram russi pro-guerra hanno iniziato a far circolare un video che mostra soldati con una bandiera russa nella piazza centrale di Sudzha.
Continua a leggere su "Il Foglio"