La settimana politica, in Italia e in Europa, è stata caratterizzata da un tema dirompente, che riguarda la capacità e la necessità da parte dell'Europa di prendere sul serio la minaccia trumpiana, la minaccia cioè di togliere progressivamente l'ombrello americano per difendere l'Europa e di pensare a come muoversi per provare a non farsi trovare impreparati nel caso in cui alla Russia dovesse essere concessa una vittoria strategica. Quello che state leggendo è un estratto dalla newsletter del direttore Claudio Cerasa, La Situa. Potete iscrivervi qui, è semplice, è gratis Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea, ha prima proposto (brava) di togliere dal calcolo del deficit le spese per la difesa, poi ha proposto (brava) di strutturare un piano da 800 miliardi di euro per proteggere l'Europa riarmandola. E negli stessi giorni, è successo mercoledì sera, il presidente francese, Emmanuel Macron, ha spiegato la ragione per cui l'Europa deve trovare un modo per proteggere se stessa. Lo ha fatto con queste parole: "La Russia ha già trasformato la guerra in Ucraina in un conflitto globale. Abbiamo soldati nordcoreani, abbiamo forze iraniane, tutti cercano di rafforzare le loro forze. Sembra che questa guerra non conosca limiti. La Russia continua a armarsi, aumentando i budget. Entro il 2030, la Russia amplierà la portata del suo esercito con 1,5 milioni di soldati in più, 7.000 carri armati e 1.500 jet da combattimento. Quindi, data questa osservazione, chi dirà che la Russia si fermerà all'Ucraina?”. Su questo tema, la particolarità dell'Italia è che le linee prevalenti, tra maggioranza e opposizione, sono contrarie a questo approccio. Contrario il Pd, contraria la Lega, contrario il M5s. Tema per Meloni: riuscirà a muoversi da europeista, sfidando i finti pacifisti di destra e di sinistra?
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