Domenica 26 ottobre, la Lituania ha deciso di chiudere "sino a data da definire" i valichi di frontiera con la Bielorussia dopo che "diversi oggetti, probabilmente piccoli palloni aerostatici ad elio" erano entrati nello spazio aereo lituano, ha reso noto il National Crisis Management Centre. È stato chiuso anche l'aeroporto di Vilnius. Quella di domenica è la quarta violazione nella scorsa settimana. Venerdì 24 ottobre, il presidente lituano Gitanas Nauseda, aveva già preso in considerazione l'ipotesi di chiudere le frontiere con la Bielorussia dopo che “un aereo russo SU-30 e un aereo cisterna IL-78, che stavano probabilmente effettuando esercitazioni di rifornimento nella regione di Kaliningrad, sono entrati nello spazio aereo lituano per circa 700 metri”, ossia per diciotto secondi. Uno in più di quanti rimase nello spazio aereo turco il Sukhoi Su-24M dell'aeronautica russa il 24 novembre 2015 prima di essere abbattuto dalla contraerea turca. Giovedì, durante il Consiglio europeo, Nauseda aveva accusato la Russia di “flagrante violazione del diritto internazionale e dell’integrità territoriale della Lituania”, confermando “l’importanza di rafforzare le capacità di difesa aerea europee”. I palloni aerostatici ad elio non sono veivoli militari e non hanno obiettivi miliatari o di intelligence. Sono semplicemente oggetti usati dai contrabbandieri (di solito di sigarette) per mandare la merce oltreconfine. È da anni che il governo lituano chiede al presidente bielorusso Aljaksandr Lukashenka, stretto alleato del presidente russo Vladimir Putin, di agire per bloccare questa pratica. Nessuno sforzo, almeno a parere della Lituania, però è stato fatto, anzi i palloni aerostatici sono addirittura aumentati nell'ultimo periodo.
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