Dopo la firma dell’accordo per porre fine alla guerra a Gaza ieri a Sharm el-Sheik, va riconosciuto a Friedrich Merz e Giorgia Meloni di aver tenuto la barra della razionalità dritta quando l’Unione europea è stata travolta dalle emozioni per la situazione umanitaria a Gaza, spingendola a discutere sanzioni contro Israele e a offrire successi politici a Hamas. Il cancelliere tedesco e la presidente del Consiglio italiana hanno rifiutato di dare il loro sostegno alla proposta della Commissione di Ursula von der Leyen di introdurre dazi contro Israele per violazione dei diritti umani. Hanno anche evitato di partecipare alla messa in scena del riconoscimento dello stato palestinese promossa prima dalla Spagna di Pedro Sanchez e poi dalla Francia di Emmanuel Macron. Contrariamente ad altri leader europei, Merz e Meloni sono rimasti coerenti sulla causa profonda della guerra che ha devastato la vita di due milioni di palestinesi: Hamas. È Hamas che ha condotto il 7 ottobre, il peggior pogrom di ebrei dalla seconda guerra mondiale. È Hamas che non ha voluto liberare gli ostaggi israeliani, condizione per un cessate il fuoco di Israele, e che si è fatto scudo dietro e sotto la popolazione civile. È su Hamas che andava esercitata la massima pressione, come ha fatto Trump attraverso Qatar, Egitto e Turchia. Chiudere gli occhi di fronte a Hamas che vuole la cancellazione di Israele dalla mappa – “dal fiume al mare” – significava costringere Israele a usare tutta la sua forza non solo per avere indietro gli ostaggi, ma per sopravvivenza propria e dei suoi cittadini. Ora Merz e Meloni devono insistere affinché l’Ue scelga la loro razionalità per la politica del “giorno dopo” a Gaza (e in Cisgiordania). La Commissione dice di voler essere protagonista della ricostruzione e della soluzione dei due stati. Ma se Hamas e i suoi derivati non scompariranno – se non saranno disarmati ed esclusi da qualsiasi forma di governo – non potranno essere due stati. Semmai ci sarà un nuovo 7 ottobre. Non ci possono essere soluzioni diplomatiche con Hamas. Ogni giorno proviamo a costruire un giornale curioso che non si accontenta di inseguire l’attualità. Fa molto di più. La interpreta, la spiega, a volte la anticipa con le proprie notizie, giocando con le idee, con l'ironia, con ottimismo, senza catastrofismo, ricordandosi sempre che raccontare i fatti non basta: bisogna sempre spiegare da che parte si sta. Se vuoi entrare a far parte della nostra comunità, e diventare anche tu un fogliante, puoi farlo scegliendo uno dei nostri abbonamenti. Grazie e buona lettura.
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