Parigi. Boualem Sansal è tornato a Parigi, nella sua Parigi, la città della sua consacrazione letteraria, dove nel 1999, quando era ancora un autore sconosciuto e lavorava come alto funzionario al ministero dell’Industria algerino, aveva inviato il suo primo manoscritto, “Le Serment des barbares”, un j’accuse contro gli islamisti che stavano soffocando l’Algeria in cui era nato e che non riconosceva più. La notizia del suo arrivo nella capitale francese, dopo la grazia ricevuta il 12 novembre dal presidente dell’Algeria Abdelmadjid Tebboune e il suo passaggio a Berlino in ragione del ruolo fondamentale avuto dalla Germania nella sua liberazione, è stata annunciata dal Comitato di sostegno internazionale presieduto da Noëlle Lenoir, che dal 16 novembre 2024, giorno della sua incarcerazione ad Algeri con l’accusa di “attentato all’unità nazionale”, non ha mai smesso di battersi per riportarlo in Francia. “Il Comitato di sostegno internazionale a Boualem Sansal accoglie con profonda emozione il ritorno in Francia del nostro amico e connazionale”, ha scritto il comitato in un comunicato, prima di aggiungere: “Inviamo un saluto fraterno a Boualem Sansal e alla sua famiglia, che ha affrontato con dignità e coraggio questa prova lunga, ingiusta e dolorosa. Spetterà ora allo scrittore scegliere il momento e le modalità con cui desidererà esprimersi”. Sansal, 81 anni, è atterrato a Parigi poco dopo mezzogiorno assieme alla moglie Naziha, l’unica autorizzata a visitarlo nel carcere di Koléa, a 35 chilometri da Algeri, dove è stato rinchiuso un anno. “Ero in un quartiere di massima sicurezza. Non avevo il diritto di parlare spesso con gli altri detenuti”, ha raccontato Sansal al suo amico scrittore e connazionale Kamel Daoud la scorsa settimana. Subito dopo il suo arrivo a Parigi, Sansal è stato ricevuto all’Eliseo dal presidente francese, Emmanuel Macron, che in serata è volato a Berlino in occasione del vertice europeo sulla sovranità digitale, per dare un impulso, assieme al cancelliere tedesco Friedrich Merz, alla ricerca della “sovranità digitale” di un’Europa ancora troppo dipendente dai giganti tecnologici americani nella corsa all’IA. In un comunicato Macron ha detto di essere “profondamente lieto della liberazione” dello scrittore franco-algerino “la cui dignità, forza morale e coraggio sono stati esemplari”. “La sua liberazione è un momento di emozione e gioia. E’ stata resa possibile da un approccio improntato al rispetto, alla calma e alla determinazione”, continua il comunicato dell’Eliseo. Macron “rivolge i suoi più sinceri ringraziamenti a tutte le persone che hanno contribuito a rendere possibile questo giorno”, “plaude all’impegno del presidente tedesco, la cui mediazione è stata determinante” e “accoglie con favore la decisione del presidente Abdelmadjid Tebboune di concedergli la grazia”. L’intervento della Germania, e in particolare del suo presidente, Frank-Walter Steinmeier, ha permesso di trovare una soluzione a una questione che sembrava senza vie d’uscita, parte di una crisi politico-diplomatica più ampia che coinvolge Parigi e Algeri dall’estate del 2024, la più grave dai tempi della guerra d’indipendenza algerina. “Tutto il merito va alla Germania e al presidente Steinmeier”, ha ribadito al Figaro l’entourage del presidente, sottolineando al contempo la “complementarità” e la “trasparenza” del lavoro franco-tedesco. La liberazione di Sansal è stato un successo europeo. “Recentemente, diversi interlocutori di Tebboune, come il Papa, Giorgia Meloni e il presidente del Bundesrat tedesco, gli hanno parlato di Boualem Sansal”, ha assicurato al Figaro una fonte del Quai d’Orsay, il ministero degli Esteri francese. E’ dal dicembre 2024 che la diplomazia francese ha privilegiato la pista dell’intermediazione, lavorando con la Germania ma anche con l’Italia in ragione dei suoi rapporti privilegiati con Algeri. “Roma ha avuto un ruolo nella liberazione di Sansal”, conferma al Foglio una fonte vicina al dossier. Come ha detto il filosofo Pascal Bruckner, che ha curato l’opera collettiva “Pour Boualem Sansal”, “la libertà ha trionfato sulla stupidità e il dogmatismo”.
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