Bruxelles. Dopo aver lasciato planare il dubbio sulla sua posizione, il governo di Giorgia Meloni dovrebbe votare a favore del regolamento che serve a mantenere gli attivi sovrani russi immobilizzati a tempo indeterminato, il primo passo per poterli usare nel “prestito di riparazione” per l’Ucraina. La votazione formale nel Consiglio dell’Ue – l’istituzione che riunisce i governi dei ventisette Stati membri – è ancora in corso e si chiuderà alle 17h. Un accordo politico era già stato raggiunto ieri dagli ambasciatori per procedere con il voto a maggioranza qualificata attraverso un articolo del trattato (il 122) legato alle misure emergenziali in caso di crisi economica, nonché sulla sostanza del regolamento per mantenere gli attivi immobilizzati. Solo Ungheria e Slovacchia si sono opposte. Ma il Belgio e l’Italia avevano espresso la loro riserva. Il primo perché è il paese che corre più rischi finanziari sull’utilizzo degli attivi sovrani russi. 185 miliardi sono immobilizzati nella società belga Euroclear. L’Italia non aveva dato spiegazioni, né annunciato come avrebbe votato nella procedura scritta che è stata lanciata alle 12h di oggi e si sta per chiudere. Roma si è convinta a votare a favore, dopo che sono state date rassicurazioni sul fatto che il regolamento si limita a tenere gli attivi russi immobilizzati e non pregiudica la decisione di usarli o meno per il prestito di riparazione per l’Ucraina. Saranno i capi di Stato e di governo nel Consiglio europeo del 18 e 19 dicembre a fare questa scelta. Il regolamento che sarà adottato oggi di fatto mette l’Ue al riparo da un veto di Viktor Orbán alla proroga delle sanzioni che tengono immobilizzati gli attivi sovrani russi. Attualmente le sanzioni devono essere rinnovate ogni sei mesi. Nell’ultimo anno per due volte il primo ministro ungherese ha minacciato di farle cadere, salvo rinunciare all’ultimo minuto. L’immobilizzazione a tempo indeterminato degli attivi russi permette anche di proteggere il Belgio in caso di decisione arbitrale o di giustizia avversa su un ricorso della Russia. Oggi la Banca centrale russa ha annunciato di aver presentato un reclamo contro Euroclear davanti alla Corte Arbitrale di Mosca, accusando la società belga di “azioni illegali” e di aver causato “danni” per la sua incapacità di gestire le attività liquide e i titoli. Secondo i media russi l'importo richiesto comprende il valore degli attivi congelati (185 miliardi di euro) e un risarcimento per i mancati guadagni. Il regolamento dell’Ue prevede di vietare il trasferimento alla Banca centrale russa gli attivi. I negoziati tra i ventisette stanno andando avanti sugli altri testi giuridici che devono essere approvati per lanciare il prestito di riparazione con gli attivi sovrani russi. “Il lavoro va avanti”, dice al Foglio un diplomatico europeo. La parte più difficile sono le garanzie finanziarie che gli altri Stati membri devono fornire al Belgio, una delle condizione poste dal suo primo ministro, Bart De Wever, per dare il via libera al prestito di riparazione con gli attivi sovrani russi. Per la Germania significherebbe firmare una cambiale che può superare i 50 miliardi di euro. Per l’Italia potrebbe arrivare fino a 25 miliardi di euro.
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