Il capo dell'intelligence israeliana, Aharon Haliva, è la prima figura israeliana di alto livello a dimettersi dopo l'attacco di Hamas contro Israele il 7 ottobre scorso. Stamattina le Forze di difesa israeliane hanno accettato con una nota le dimissioni di Haliva dopo 38 anni di servizio militare: lascerà ufficialmente il ruolo una volta nominato un successore. Già dieci giorni dopo il 7 ottobre, Haliva si era assunto la responsabilità delle carenze dell'intelligence che hanno portato all'attacco terroristico: in una lettera alle truppe aveva scritto che "la direzione dell'intelligence militare, sotto il mio comando, non è riuscita ad anticipare l'attacco terroristico effettuato da Hamas. Abbiamo fallito nella nostra missione più importante e, in quanto capo della direzione dell’intelligence militare, mi assumo la piena responsabilità di questo fallimento". "Ora, più di sei mesi dopo, insieme all'avvio di indagini (interne), presento le mie dimissioni", ha scritto in un'altra lettera pubblicata oggi indirizzata al capo di stato maggiore dell'Idf. "Da allora porto con me quel giorno nero, ogni giorno, ogni notte. Sopporterò per sempre il terribile dolore della guerra", ha scritto riferendosi al 7 ottobre. Le dimissioni di Halevi arrivano prima dell'operazione a Rafah e durante la pasqua ebraica: "Nei prossimi giorni aumenteremo la pressione militare e politica su Hamas perché questo è l'unico modo per liberare i nostri ostaggi e ottenere la vittoria", ha detto ieri il primo ministro Benjamin Netanyahu: "Questa notte, 133 dei nostri cari fratelli e sorelle non siedono al tavolo del Seder e sono ancora imprigionati nell'inferno di Hamas", ha detto Netanyahu riferendosi agli ostaggi ancora nelle mani del gruppo terroristico in un messaggio in occasione della Pasqua ebraica. Poco dopo le dimissioni di Haliva, il capo dell'opposizione israeliana Yair Lapid ha scritto su X che Netanyahu dovrebbe seguire l'esempio e dimettersi anche lui: "Sarebbe stato appropriato per il primo ministro fare lo stesso".
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