Marco Rubio sarà segretario di Stato dell’amministrazione Trump II. È considerato un falco in politica estera. Fortemente critico nei confronti di Cina e Iran, che considera i principali avversari degli Stati Uniti, è stato invece ambivalente riguardo al sostegno all’Ucraina, anche se ha ripetuto la posizione di Trump secondo cui la guerra con la Russia deve finire. Rispetto ad altre nomine di Trump, Rubio si distingue per la competenza. È stato infatti vicepresidente della Commissione Intelligence del Senato e membro della Commissione Affari esteri. Alla CNN che lo ha intervistato Rubio ha detto che “gli Stati Uniti stanno entrando in un’era di politica estera pragmatica”. Ha anche ricordato che “gli avversari – Cina, Nord Corea, Iran, Russia – sono sempre più uniti e coordinati” questo “ci richiederà di essere molto pragmatici e saggi nel modo in cui investiamo all’estero e in ciò che facciamo”. Della Cina in particolare ha detto: “Attraverso i furti, i sussidi che distorcono il mercato e la pianificazione strategica, Pechino è ora leader in molti dei settori che determineranno la supremazia geopolitica nel 21° secolo”. Deputato repubblicano della Florida, nel 2016 ha sfidato Trump per le presidenziali. I due arrivarono agli insulti: Trump soprannominò Rubio “Little Marco”, Rubio definì Trump “volgare” e “artista della truffa”. I due hanno iniziato ad andare d’accordo quando Trump è entrato per la prima volta alla Casa Bianca e Rubio non gli ha fatto mancare il suo appoggio anche quando il tycoon ha preferito JD Vance a lui per la carica di vicepresidente. Il nuovo capo della diplomazia americana è figlio di due immigrati cubani e ha sempre ricordato le sue origini working class esaltando l’America che gli ha permesso di diventare quello che è. Negli ultimi giorni di campagna elettorale è sempre stato accanto a Trump ripetendo slogan in inglese e spagnolo a beneficio di quella minoranza di latinos che a sorpresa ha premiato il neopresidente eletto.
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