I lavori del G7 in Canada prendono il via oggi a Kananaskis, tra le Montagne Rocciose dell'Alberta, con le prime tre sessioni (Economia globale, Crescita economica, sicurezza e resilienza, Comunità sicure), seguite dalla cena di lavoro. Questa è considerata uno dei momenti cruciali del summit, con la possibilità per i leader di discutere in modo più informale sui temi geopolitici del momento. Domani poi ci sarà una sessione dedicata all'Ucraina, con la partecipazione del presidente Volodymyr Zelensky - che a margine dei lavori vedrà anche faccia a faccia il presidente americano Donald Trump - e del segretario generale della Nato Mark Rutte. A proposito di Alleanza atlantica: fonti Nato confermano alle agenzie che Zelensky sarà alla cena del vertice dell'Aja, che si terrà dal 24 al 26 giugno prossimi. In base al programma, la presidenza canadese terrà le conclusioni del vertice nella penultima sessione, seguita da quella conclusiva sulla sicurezza energetica aperta ai vari leader dei paesi invitati. A stravolgere l'agenda del summit è arrivato però l'intervento militare israeliano in Iran e la reazione del paese degli ayatollah, con centinaia di missili balistici lanciati per rappresaglia sullo stato ebraico. Da venerdì scorso, quando è iniziato il suo attacco a sorpresa, Tel Aviv sta decapitando i vertici militari del regime e colpendo infrastrutture e scienziati legati al programma nucleare iraniano. Nella serata canadese, alla vigilia dell'apertura ufficiale del vertice del G7 si è svolto un lungo e informale colloquio tra la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, il presidente francese Emmanuel Macron, il cancelliere tedesco Friedrich Merz, il primo ministro britannico Keir Starmer e il primo ministro canadese, Mark Carney. Nelle scorse ore, fonti italiane hanno indicato l'obiettivo di trovare una posizione coordinata con i partner europei sulla guerra fra Israele e Iran, per poi arrivare a un coordinamento generale con il presidente americano Donald Trump. La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, anche lei in Canada per il vertice, ha dichiarato di aver detto domenica a Netanyahu che l'Iran non dovrebbe mai dotarsi di un'arma nucleare, ma che trovare "una soluzione diplomatica rimane il modo migliore, a lungo termine, per affrontare le preoccupazioni relative al programma nucleare iraniano". António Costa, presidente del Consiglio europeo, ha detto che è "il momento di dare spazio alla diplomazia e di offrire l'opportunità di ridurre l'escalation". Ma l'incognita del summit resta Trump. Nel 2018, all'ultimo vertice canadese del G7, definì l'allora premier Justin Trudeau un "disonesto" e ritirò la firma degli Stati Uniti dal comunicato finale. Ora a fare gli onori di casa c'è Mark Carney, nuovo primo ministro e volto di un Canada che non ha nessuna intenzione di diventare il 51 stato americano, come vorrebbe Trump. Domani lui e il capo del governo di Ottawa si confronteranno in un bilaterale.
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