"Hamas ha violato l'accordo" sul cessate il fuoco non restituendo il corpo di Shiri Bibas, rapita insieme ai figli Ariel e Kfir dal kibbutz di Nir Oz il 7 ottobre del 2023. E per questo "ne pagherà il prezzo", ha minacciato il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. A detta dell’istituto forense israeliano, l’esame del Dna sui resti di Shiri Bibas non lascia dubbi: al suo posto, Hamas avrebbe consegnato un corpo non identificato. L'Hostages and Missing Families Forum si è detto "inorridito e devastato dalla notizia". "Agiremo con determinazione per riportare a casa Shiri insieme a tutti i nostri ostaggi, sia vivi che morti, e per garantire che Hamas paghi l'intero prezzo per questa crudele e malvagia violazione dell'accordo", ha aggiunto Netanyahu. Israele accusa inoltre Hamas di avere "brutalmente assassinato" i tre ostaggi circa "un mese dopo essere stati rapiti". I due bambini, nove mesi e quattro anni al momento del rapimento, e la loro madre di 32 anni, secondo gli israeliani sarebbero quindi stati "uccisi dai terroristi durante la prigionia" e non sarebbero morti in un raid aereo israeliano come avevano invece sostenuto i miliziani di Hamas. Il rilascio dei corpi degli ostaggi era stato concordato nell'ambito dell'accordo di cessate il fuoco entrato in vigore il 19 gennaio e Israele ha confermato che prevede la consegna di otto corpi. Le due parti hanno concordato di scambiare 33 ostaggi con circa 1.900 prigionieri entro la fine delle prime sei settimane di cessate il fuoco. I colloqui per passare alla fase successiva dell'accordo, in base alla quale gli ostaggi ancora in vita verrebbero rilasciati e la guerra finirebbe in modo permanente, avrebbero dovuto iniziare all'inizio di questo mese, ma non sono ancora iniziati. Finora sono stati scambiati ventotto ostaggi e più di 1.000 prigionieri. Sessantasei ostaggi presi il 7 ottobre sono ancora trattenuti a Gaza, dove ci sono anche altri tre ostaggi israeliani, rapiti più di un decennio fa. Si ritiene che circa la metà di tutti gli ostaggi ancora a Gaza siano vivi.
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