Dopo l’indebolimento dell’organizzazione militare Hezbollah per colpa della lunga e sanguinosa guerra con Israele, il gruppo ha attuato varie tattiche per riguadagnare l’influenza in Libano. Tra le varie strategie, quella più sorprendente è il loro utilizzo dell’applicazione americana WhatsApp, questo approccio alla loro riorganizzazione è inaspettato, visti i conflitti a lungo termine del Libano con gli Stati Uniti. Sono stati trovati messaggi mandati da ufficiali di Hezbollah a residenti di villaggi nel sud del Libano. E’ stata utilizzata l’applicazione come mezzo di comunicazione per le ricostruzioni, liste di nomi e numeri sono stati trasmessi per invitare una porzione dei residenti a ritirare degli assegni di compensazione. Hezbollah è la più grande potenza politica e militare del Libano, e dopo più di un’anno di conflitto, non soltanto ha perso migliaia di combattenti e i principali leader, ma sono state anche distrutte dozzine di comunità a maggioranza sciita, che Hezbollah sosteneva. Per l’organizzazione, mantenere la fede dei propri elettori e conquistarne dei nuovi è cruciale. La “Fondazione Martiri di Hezbollah” finanzia intere famiglie, senza neppure che siano iscritte al partito. Inoltre, Hezbollah estende il suo sostegno finanziario a varie organizzazioni, ad esempio scuole e ospedali. La sua impresa di costruzioni, Jihad al Bina, ha permesso a centinaia di ingegneri di ricostruire case e città. In seguito all’ultima guerra con Israele nel 2006, Hezbollah si era impegnato a ricostruire “meglio di prima”. Inizialmente i fondi per la ricostruzione provenienti dall’Iran, le imprese commerciali controllate dall’organizzazione e i risarcimenti statali hanno svolto un ruolo importante. Da allora, però, Hezbollah ha subìto ulteriori danni, con l’uccisione di Nasrallah e l’invasione israeliana dell’ottobre 2024 che ha causato la morte di oltre 4.000 persone in Libano e quella di almeno 140 israeliani. Il sistema di riparazioni è stato avviato, nel sud, con la creazione di comitati di ingegneri ogni quattro o cinque villaggi. Jihad al Bina ha dichiarato che sono state già ispezionate oltre 270.000 case e in seguito alla valutazione, i residenti hanno diritto a incassare un assegno di compensazione nella filiale locale del prestatore di microfinanza di Hezbollah, al Qard al Assad, secondo l’articolo apparso sul Financial Times il 10 febbraio scorso, Hezbollah ha dichiarato che le loro squadre “stanno lavorando giorno e notte”. Secondo il quotidiano pro Hezbollah al Akhbar, sono stati distribuiti 400 milioni di dollari di pagamenti a circa 140 mila persone. Le persone che hanno perso le loro case hanno ricevuto tra i 12 mila e i 14 mila dollari. Sia i sostenitori che i non sostenitori nel cuore del territorio di Hezbollah hanno espresso insoddisfazione, accusando di avarizia gli ufficiali di Hezbollah e segnalando casi di ingiustizia nella distribuzione dei fondi. Molti sostengono che questo sia legato ai cambiamenti geopolitici, dopo l’offensiva di Israele e la caduta di Assad, che ha interrotto le rotte siriane e i collegamenti con il cosiddetto “Asse della resistenza” iraniano, di cui Hezbollah era un tempo il gestore. Altri sostengono che Hezbollah abbia creato ostacoli burocratici complessi, per scoraggiare le persone dal richiedere aiuti finanziari. Nonostante le critiche, i residenti del sud riconoscono che le organizzazioni di salute degli Hezbollah hanno fornito assistenza medica gratuita e aiuti ai senzatetto durante la guerra. Tuttavia, la Banca mondiale stima che la guerra abbia causato 3.4 miliardi di dollari di danni fisici e molti ritengono che a Hezbollah e all’Iran manchino i mezzi per ricostruire. Per questa ragione, il nuovo leader di Hezbollah, Naim Qassem, non perde occasione di sottolineare che la responsabilità di restaurare e di ricostruire è del governo. Hezbollah ha subìto uno scossone politico il mese scorso, con la selezione di un presidente e di un primo ministro in Libano impegnati a ridurre l’influenza dell’organizzazione. Nonostante gli sforzi di Hezbollah e del suo partito alleato, il Movimento Amal, i due gruppi hanno fallito nel negoziare una minoranza di blocco nel gabinetto nominato sabato scorso, riducendo ulteriormente la loro influenza sulle decisioni del governo. Resta però improbabile che Hezbollah venga messo da parte così facilmente. Le reti locali del gruppo restano molto attive e, dopo lo choc dell’anno scorso, il partito sta cercando di riorganizzarsi, gestendo le tensioni interne, consapevole dei rischi potenziali.
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