Le forze armate israeliane hanno colpito tre basi della missione Unifil nel sud del Libano, due delle quali italiane. Due caschi blu indonesiani sono rimasti feriti, ma secondo quanto riporta l'Organizzazione delle nazioni unite le loro condizioni non sono gravi. Non risultano feriti soldati italiani. "Non si tratta di un errore e non si tratta di un incidente", ha detto il ministro della Difesa Guido Crosetto in una conferenza stampa oggi pomeriggio a Palazzo Chigi. "Non ci basta che non ci siano stati feriti gravi: abbiamo bisogno di avere spiegazioni formali nel più breve tempo possibile". Poche ore prima il ministro aveva convocato l'ambasciatore israeliano. "L'ambasciatore non era in grado di fornire tutti gli elementi richiesti, e quindi aspettiamo spiegazioni", ha aggiunto parlando con i giornalisti. Il ministro ha usato parole molto nette nei confronti dello stato ebraico: "Ho detto all'ambasciatore di riferire al governo israeliano che le Nazioni Unite e l'Italia non possono prendere ordini da Israele. Le Nazioni Unite e l'Italia sono lì in attuazione di una risoluzione delle Nazioni Unite e l'unico modo con cui si può discutere quello che facciamo è ponendo formalmente il tema alle Nazioni Unite, e non sicuramente dando ordini alle nazioni libere che sono lì per difendere il diritto internazionale. Non è accettabile, perché noi difendiamo il diritto internazionale sempre e comunque, in ogni paese e da chiunque". Crosetto ha poi sottolineato che "gli atti ostili computi e reiterati delle forze israeliane contro la base 1-31 potrebbero costituire crimini di guerra. E sicuramente rappresentano delle gravissime violazioni alle norme del diritto internazionale umanitario". Una versione coerente con quanto espresso dall'Onu nel comunicato che ha dato notizia della vicenda. Riguardo alla possibilità di ritirare il contingente italiano, Crosetto ha detto: "La decisione spetterebbe alla comunità internazionale ma non siamo ancora a quel punto". Cosa è successo alle basi Unifil “Ieri, in serata, militari regolari dell'Idf avevano neutralizzato alcuni componenti del sistema di videosorveglianza presso la base UNP 1-31" sulla collina di Labbune, nell'area di responsabilità del contingente italiano, ha specificato il ministro della Difesa Guido Crosetto. Sempre ieri sera sono stati colpiti il sistema di illuminazione e un ripetitore radio presso la base 1-32A con il tiro di armi portatili. "Stamattina - prosegue il ministro - alcuni colpi di armi portatili hanno colpito l'interno della base 1-31" dove si trovano i soldati italiani, e "su cui è seguito il sorvolo di un drone. La situazione è attualmente sotto controllo, il personale è in sicurezza”. Nell'attacco sono stati danneggiati i sistemi di comunicazione tra la base e il comando Unifil a Naqura. Anche il quartier generale di Unifil a Naqura è stato preso di mira: è lì che sono stati feriti gli indonesiani. Cos'è Unifil Unifil è la Forza di Interposizione in Libano delle Nazioni Unite creata il 19 marzo 1978 e più volte rinnovata. Il suo lo scopo era quello di creare una fascia di sicurezza all'interno del territorio libanese e di disarmare Hezbollah. Cosa ha detto la premier Giorgia Meloni Palazzo Chigi fa sapere che la premier Giorgia Meloni ha avuto questo pomeriggio un colloquio telefonico con il comandante del settore ovest della missione Unifil, il generale Stefano Messina, dal quale ha ricevuto un aggiornamento sulla missione e sulla situazione del nostro contingente impegnato in Libano. Il governo italiano – continua la nota – ha formalmente protestato con le autorità israeliane e ha ribadito con fermezza che quanto sta accadendo nei pressi della base del contingente Unifil non è ammissibile. Il ministro della Difesa, Guido Crosetto, ha convocato l’ambasciatore d’Israele in Italia e nel pomeriggio terrà una conferenza stampa. Meloni "ha espresso la forte vicinanza, sua personale e del governo, ai nostri militari attualmente impegnati in Libano nell’ambito della missione Onu e di quella bilaterale Mibil". Solo tre giorni fa il ministro degli Esteri Antonio Tajani aveva chiesto al presidente d’Israele, Isaac Herzog, e al ministro degli Esteri Israel Katz, "l’impegno per garantire la massima sicurezza durante gli attacchi che si stanno effettuando contro Hezbollah”, in Libano. Nei giorni scorsi Tel Aviv aveva chiesto ai Caschi Blu al confine libanese di farsi da parte, nello specifico per quanto riguarda l’avamposto 6-52 presidiato da un singolo plotone irlandese. A questa richiesta le Nazioni Unite avevano opposto un rifiuto. In una lettera all'esercito israeliano del 3 ottobre, scrive l'agenzia Reuters, l'Unifil si era opposta al posizionamento di veicoli e truppe israeliane "nelle immediate vicinanze" delle posizioni Onu, "mettendo così a repentaglio la sicurezza del personale e dei locali".
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