Lo slittamento del decreto legge per prorogare la cessione di armi all'Ucraina "è una questione logistica. La possibilità di inviare aiuti all'Ucraina scade il 31 di dicembre, noi faremo altri Consigli dei ministri prima di quella data. Il decreto ci sarà". Lo ha detto la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, dopo la visita alla cattedrale di Nostra Signora d'Arabia, in Bahrein, dove è in corso il vertice del Consiglio di cooperazione del Golfo. Il riferimento è allo slittamento del decreto legge per prorogare l'autorizzazione a cedere mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari all'Ucraina, originariamente fra i 18 punti all'ordine del giorno del pre consiglio dei ministri di oggi. La convocazione aggiornata del cdm di domani è stata inviata con solo 17 provvedimenti in esame, senza quel decreto. “Chiaramente noi lavoriamo per la pace, ma finché ci sarà una guerra faremo quello che possiamo fare come abbiamo sempre fatto per aiutare l'Ucraina a difendersi", ha detto la premier. Meloni è poi intervenuta sulle parole di Giuseppe Cavo Dragone, presidente del comitato militare dell'Alleanza atlantica, al Financial Time. "Penso che siamo in una fase nella quale bisogna misurare molto bene le parole, bisogna evitare tutto quello che può generare confusione, che può spaventare, che può far surriscaldare gli animi”, ha sottolineato. Tuttavia "circoscriverei le parole l'ammiraglio Cavo Dragone a quello di cui stava parlando perché stava parlando di cybersicurezza". Nell'intervista, afferma Meloni, si dice infatti che "la Nato è un'organizzazione difensiva e chiaramente oltre a difenderci dobbiamo anche riuscire a fare meglio prevenzione parlando di cybersicurezza". Di conseguenza "bisogna fare attenzione anche a come si leggono delle parole che in ogni caso bisogna essere molto attenti a pronunciare", ha aggiunto.
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