Sfiancato dalla malattia, Vladimir Ilic non vuole arrendersi e detta la sua linea di successione in una lettera-testamento nella quale si scaglia senza mezzi termini contro Stalin, l’ex “magnifico georgiano” che ha approfittato del vuoto di potere per prendersi il partito. E quindi l’intera Russia: “È troppo violento, propongo di sollevarlo dall’incarico di segretario generale” scrive il leader. Ma ormai è troppo tardi
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