Il bilancio dell'attentato antisemita di ieri alla Bondi Beach di Sydney, durante una celebrazione di Hanukkah organizzata dagli ebrei Chabad, è spaventoso: quindici morti e ventinove feriti. Si tratta del peggiore attacco terroristico nella storia australiana, fra i più violenti contro gli ebrei fuori da Israele e il più grave dal 7 ottobre. Eppure, guardando indietro (senza andare troppo lontano) l'elenco di attacchi, intimidazioni e gravi casi di antisemitismo è drammaticamente lungo. Basti sapere che nel nostro paese sono 877 gli episodi di antisemitismo selezionati come tali dall’Osservatorio nel corso del 2024, con una enorme crescita dei casi online. Nel 2024, poi, l'Anti-Defamation League – organizzazione non governativa internazionale ebraica con sede a New York – ha registrato 9.354 episodi antisemiti negli Stati Uniti, in aumento del 5 per cento rispetto agli 8.873 episodi registrati nel 2023 e del 344 per cento negli ultimi cinque anni. Impossibile elencarli tutti, ma ripercorrendo le cronache internazionali si può tentare una rassegna degli episodi più gravi. A Manchester, a ottobre, due ebrei sono stati uccisi e altri tre feriti gravemente in un attentato terroristico durante Yom Kippur, la festività più solenne del calendario ebraico. L’attacco, avvenuto davanti alla sinagoga “Heaton Park Hebrew Congregation” nel quartiere di Crumpsall, è stato compiuto da Jihad al-Shami, 35 anni, cittadino britannico di origine siriana, il quale, prima di essere neutralizzato dalla polizia, ha travolto e accoltellato i presenti. Sempre a Manchester, tra ottobre e novembre, alcuni studenti ebrei sono stati minacciati e circondati in un campus universitario, con cori contro Israele degenerati in insulti antiebraici, e una sinagoga è stata posta sotto protezione dopo intimidazioni ripetute. In Francia, episodi di odio ebraico hanno avuto luogo in molte città. A Parigi, verso la fine di maggio, quattro siti di istituzioni ebraiche o frequentate da ebrei sono stati imbrattati con vernice verde. Si trattava della sinagoga di rue des Tournelles, il memoriale dell'Olocausto, la sinagoga Agoudas Hakehilos e il ristorante "Chez Marianne". Sempre nella capitale francese, ad agosto l'ufficio parigino della compagnia aerea israeliana EL AL è stato preso di mira con graffiti anti-Israele. Episodi di imbrattamento antisemita si sono contati anche a Marsiglia, mentre ad agosto è stata aperta un'inchiesta a Lione per "violenza aggravata su minore basata sull'appartenenza religiosa", in seguito alla denuncia presentata dal padre di un adolescente ebreo aggredito fuori da una sinagoga. Dalla Francia si arriva in Germania, dove a Berlino è stato vandalizzato con vernice bianca e nastro adesivo il memoriale della Shoah sul ponte Putlitz, nel quartiere Moabit. Il luogo commemora la deportazione di oltre 32.000 ebrei ai campi di sterminio nazisti durante la Seconda guerra mondiale. Negli Stati Uniti, più precisamente a New York, il campus della Cornell University è stata teatro di molti casi di odio antisemita. È qui che Patrick Dai, studente di 21 anni all'epoca al terzo anno di università, ha minacciato una sparatoria di massa e atti di violenza antisemita. L'anno scorso, poi, Il professore della Cornell University Russell Rickford – che aveva elogiato l’attacco terroristico di Hamas del 7 ottobre contro Israele definendolo “esaltante ed energizzante" – è tornato a insegnare presso la scuola della Ivy League nel nord dello stato. Anche a Los Angeles, i centri comunitari ebraici hanno ricevuto minacce di attentati, e studenti ebrei sono stati aggrediti durante manifestazioni universitarie. Nel luglio 2024, il cimitero ebraico Kehal Israel di Montreal è stato profanato con pietre posizionate in modo da formare svastiche naziste, poi poste sulle tombe. Nella stessa città canadese si registra anche un attentato incendiario a un centro comunitario ebraico e a una sinagoga a Dollard-des-Ormeaux, ma anche una sparatoria alla scuola elementare Yeshiva Gedola. Tutti episodi successivi al pogrom del 7 ottobre. A Toronto, poi, nel maggio 2024, alcune persone hanno aperto il fuoco contro una scuola elementare ebraica femminile, l’istituto Bais Chaya Mushka, nel quartiere di Nord York, la cui facciata è stata colpita da una raffica di spari, senza provocare vittime o feriti. Nella stessa Australia, i casi di antisemitismo sono numerosi. Secondo i dati dell'Executive Council of Australian Jewry (ECAJ), riportati da Time, ci sono stati infatti 1.654 episodi antiebraici in tutta l'Australia tra il 1° ottobre 2024 e il 30 settembre 2025, oltre ai 2.062 episodi avvenuti a livello nazionale l'anno precedente. Un anno prima del terribile attentato a Sidney, è stato appiccato un incendio alla sinagoga a sud est di Melbourne mentre alcuni fedeli stavano pregando al suo interno, rendendo necessario l'intervento di 60 vigili del fuoco e 17 camion. I fedeli sono scappati dal retro, ma l'interno dell'edificio si è completamente sventrato, con libri sacri e arredi distrutti. Nello stesso stato, inoltre, un ventenne è stato accusato di aver rivolto minacce ai fedeli nei pressi della sinagoga Chabad North Shore e della sinagoga Kehillat Masada, nel sobborgo nord-occidentale di St Ives a Sydney. L'anno scorso, ad Amsterdam, dopo la partita Ajax contro Maccabi, i tifosi di Tel Aviv sono stati rincorsi e presi calci per le strade della città. Il gruppo di aggressori gli ha dato la caccia sotto gli occhi della polizia locale, interrogando i passanti per capire se fossero o meno israeliani. Un video mostra anche un rifugiato ucraino costretto a mostrare il suo documento di identità per dimostrare la sua nazionalità e a urlare “Free Palestine”: “Urla più forte”, gli ha detto l’aggressore. Complessivamente, dieci israeliani sono stati ricoverati in ospedale. Si ricorda, infine, un recente caso di antisemitismo avvenuto proprio in Italia, a Roma. All'indomani di una manifestazione pro Pal, gli esterni della sinagoga Beth Michael di via di Villa Pamphili sono stati imbrattati con alcune scritte (“Monteverde antisionista e antifascista" e "Palestina libera") insieme alla targa dedicata a Stefano Gaj Tachè, il bambino ucciso nell'attentato terroristico alla sinagoga di Roma del 9 ottobre 1982.
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